I 'mantiuoti http://www.mantiuoti.it Cittadini di Amantea (CS) Sat, 05 Jan 2019 13:34:29 +0000 it-IT hourly 1 FARWELL CALABRIA! http://www.mantiuoti.it/farwell-calabria/ http://www.mantiuoti.it/farwell-calabria/#comments Sat, 05 Jan 2019 13:34:29 +0000 http://www.mantiuoti.it/?p=1504 Calgary 3 gennaio 2019

addcal

The return to the daily routine, offers a pessimistic scenario for Calabria and Calabresi. The last moments of holiday reproduces the reactivation of the departures flow to the realities most developed: those who had come back for Holidays must re-enter to the workplace, students reach academic centers, small towns (re)depopulated, commercial activities resume to lag. It is at times like this that communities feel throughout his grief the depth of the curse of emigration. The family ties are only part of the context: Highlighted back the questions about the future of a generation that cannot stay in its homeland because it offers no realistic hope of cultural development, social and economic. Not a brilliant career then, but the normal way of life.

In a Region like Calabria, where health loses pieces day after day, in which the offices undergo drastic downsizing, where the manufacturing base is suffocating because there is no market (and the market it is no longer there because there is no more people) , where the ‘Ndrangheta constantly reminds everyone its presents, where highways crumble instead of becoming faster, hope shuts off hour after hour.

To expect something from the competitions in areas where the policy of cronyism or even amoral familism is prevalent, it nearly “brushes” symptoms of gullibility. Some sectors of the public administration appear as a private property, family monopolistic enterprise . With terms like “meritocracy,” “transparency,” “efficiency “, ” development “, the political class fills its mouth. How much is instrumental and provocative the use them, as evidenced by the facts. Given that even in case of normal functioning of public organizations and institutions the individual path or corporate initiative should be seen as priority opportunities or nearly (if only because it depends at least in part by themselves), the possibilities are oriented on ‘ invent something. The chance, however meager the project could require the (albeit minimal) confidence in the system, in the rediscovery of the sense of community, in the resumption of social values, in cooperation, in sharp change of mentality. The list is evidently constituted by the lack of elements today. People must take note of how serious it is losing, first of all, the best human resources, that here, in Calabria, they cannot find personal and professional satisfaction. It would need a real commitment from everyone, stop whining and focus on the determination to fight. The conditions are difficult, but those who decide to live here has no other way out but to sharpen the teeth and fight.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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CARI MERIDIONALI http://www.mantiuoti.it/cari-meridionali/ http://www.mantiuoti.it/cari-meridionali/#comments Sat, 15 Dec 2018 17:14:54 +0000 http://www.mantiuoti.it/?p=1500 Edmonton 14 dicembre 2018

carmerid

Antonio Gramsci, grande meridionale e meridionalista, scriveva: “Lo stato italiano [Savoiardo] è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti.” Le forze in campo erano: l’esercito piemontese (divenuto”italiano”dal 4 maggio 1861) che nel 1862 arrivò a schierare nel Sud 120.000 uomini, metà della forza complessiva, e più precisamente: 52 reggimenti di fanteria; 10 reggimenti di Granatieri; 5 reggimenti di cavalleria; 19 battaglioni di bersaglieri; in più vanno sommati: 7.489 carabinieri e 83.927 militi della Guardia Nazionale.
Si opponevano a questa imponente forza di repressione gli 80mila guerriglieri (“eroi poi ridefiniti briganti”) meridionali, male equipaggiati e divisi in 488 bande, chiamate “comitive” che contavano dai 10 ai 500 combattenti, prive di un’unità d’azione, questo impedì la loro vittoria finale; infatti il loro
spirito” indipendentista non solo non li predisponevano ad essere “guidati” da soldati di professione, accorsi a soccorrere il deposto sovrano Francesco II di Borbone, ma impediva anche un’azione coordinata tra loro.
Già nel novembre del 1860, pochi giorni dopo l’incontro di Teano tra re Vittorio e Garibaldi, sui muri dei paesi intorno Avezzano era stato affisso un proclama [tra i primi di una lunga e tragica serie] del generale piemontese Pinelli che ordinava:
1) “chiunque sarà colto con arma da fuoco, coltello, stili od altra arma qualunque da taglio o da punta e non potrà giustificare di essere autorizzato dalle autorità costituite sarà fucilato immediatamente [ognuno di noi sa che tutti i contadini possiedono almeno una di queste “armi”];

2) chiunque verrà riconosciuto di aver con parole o con denari o con altri mezzi eccitato i villici a insorgere sarà fucilato immediatamente;

3) eguale pena sarà applicata a coloro che con parole od atti insultassero lo stemma dei Savoia, il ritratto del Re o la bandiera italiana. Abitanti dell’Abruzzo Ulteriore, ascoltate chi vi parla da amico. Deponete le armi, rientrate tranquilli nei vostri focolari, senza di che state certi che tardo o tosto sarete distrutti” [Pinelli fu decorato dai Savoia, con medaglia d’oro al valore, per la campagna contro il brigantaggio].
E così mentre i ribelli meridionali si avventavano contro gli invasori , i loro beni, i soldati, le strutture amministrative e politiche del nuovo stato, a loro volta migliaia di soldati e uomini dell’esercito piemontese e della guardia nazionale si accanirono su contadini e pastori, fucilandone a migliaia, dando alle fiamme e distruggendo fattorie, villaggi, paesi, raccolti ed ogni cosa potesse dare sussistenza diretta o indiretta ai “briganti partigiani”. Una vera e propria tragedia.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

]]> http://www.mantiuoti.it/cari-meridionali/feed/ 0 IL NEO SPARABALLE – STRILLONE http://www.mantiuoti.it/il-neo-sparaballe-strillone/ http://www.mantiuoti.it/il-neo-sparaballe-strillone/#comments Sat, 01 Dec 2018 12:11:25 +0000 http://www.mantiuoti.it/?p=1496 Calgary 1 dicembre 2018

neosp

Ieri sera pensavo di limitare ad un breve intervento la descrizione del nuovo Sparaballe – strillone. Non ero molto incline a dargli più corda di quella che meritava. Oggi, invece, eccomi qui a urlare ai sette venti la mia rabbia e disgusto.

Qualche illustre intellettuale scrisse a suo tempo che gli italiani volano in soccorso al vincitore; questa frase rappresenta un tipico atteggiamento servile. Questa attitudine è comune oggi specialmente tra coloro che operano nel settore della comunicazione. Non per niente può anche dirsi che un giornalista, o aspirante tale, competente e intellettualmente onesto è raro a trovarsi come una mosca bianca. Un linguaggio completamente diverso da quello, servile nei confronti del Sindaco e della giunta di Amantea che in questi giorni ho visto apparire sempre più spesso nelle pagine di Facebook. Lo Sparaballe aspirante strillone pensa di fare informazione nel parlare degli appuntamenti che i suoi “mandanti” avranno nell’immediato futuro.

Della piaggeria è poi accompagnatrice necessaria la tirapiedaggine; e – forse appena meno necessarie – la baratteria, la falsità, e quant’altro Dante ha rappresentato nel secondo cerchio dell’inferno. Naturalmente nessuno tra quelli che ne hanno fatto costume ammette di avere questo atteggiamento servile, da tirapiedi, falso eccetera: e così vediamo strilloni– Sparaballe darsi da fare nel leccare con garbo, e forse anche con piacere, l’establishment governativo della città.

Una circostanza aggravante della situazione è poi costituita dal fatto che la categoria degli “operatori” dell’informazione ritiene di impersonare la minoranza intelligente dell’opinione pubblica; dimenticando quanto è stato molto autorevolmente detto: che dentro ogni minoranza intelligente c’è una maggioranza di cretini. Fare informazione non è un semplice mestiere, non un modo di guadagnarsi da vivere, ma qualcosa di più, che ha una grande dignità e una grande bellezza, perché è consacrato alla ricerca della verità. Ecco il suo valore morale, avvertibile nel modo di raccontare, nel presentare i fatti. Non dico nulla di sconvolgente nell’affermare che abbiamo la stampa più servile d’Europa. Vi sono grandi giornali internazionali che, negli anni passati, hanno scritto a riguardo dell’informazione italiana fatta di piaggerie peggiori di quelle della Russia di Stalin, del Minculpop locale, della stampa nordcoreana di regime.

C’è una vignetta di Quino, l’autore di Mafalda, che risale a più di quarant’anni fa e che è più attuale che mai. La vignetta è questa:

“I giornali parlano sempre più dell’inquinamento dell’aria”, legge Mafalda. E la sua amica Libertad risponde: “I giornali! I giornali inventano la metà di quel che dicono! E se a questo sommiamo che non dicono la metà di quel che succede, il risultato è che i giornali non esistono!”.

Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik

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APOLOGIA DELLE MS http://www.mantiuoti.it/apologia-delle-ms/ http://www.mantiuoti.it/apologia-delle-ms/#comments Wed, 28 Nov 2018 21:38:55 +0000 http://www.mantiuoti.it/?p=1493 Calgary 28 nov. 2018

mezzaachiLavorando con attrezzi simili si potrebbe dire con una certa sicurezza che si è allenati a riconoscere le “sane” dalle “mezze”; a volte ci si stupisce di scoprire albergare questo elemento in persone che mai ci saremmo immaginato. Di cosa si sta parlando? Delle mezze seghe ovviamente! È quella categoria di persone che evolvendosi dal ruolo di merdaccia si trasformano in personcine che qualsiasi cosa compiano la riducano ad una frescaccia infinita. Ma la MS, la chiameremo così per convenzione internazionale, spesso non capisce nemmeno perché l’interlocutore che ha di fronte diventa paonazzo, perde le staffe, sbarra gli occhi e alla fine, vomita ogni tipo di insulto; ci si sfianca a cercar di far capire concetti apparentemente elementari che nel cervello della MS nemmeno riescono ad attecchire e lasciare segno. Siamo circondati da questi esseri, come un virus s’insidiano in ogni ambiente, riescono a rovinare ogni momento della giornata, creano dei casini incredibili. Non si sa con certezza quanti sono. Nessuno ha notizie sicure, ma ognuno di noi ne conosce almeno uno, e a volte la MS si nasconde nel posto più vicino per esprimere la propria “genialità” nel momento più inaspettato. Alcuni teorici affermano che essendo ormai radicati nel territorio di Amantea la presenza di detti elementi, è difficilissimo riuscire a liberarsene; altri pensano che si è ancora in tempo per poter risolvere la questione all’origine. Alcuni pensano che, a volte, la MS alberga ciclicamente in ognuno di noi e per combatterla sul serio basterebbe riuscire a riconoscerla in tempo, riconoscendo che non è un male irreversibile (o almeno così si spera).

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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GAGLIOFFO O LAZZARONE http://www.mantiuoti.it/gaglioffo-o-lazzarone/ http://www.mantiuoti.it/gaglioffo-o-lazzarone/#comments Fri, 09 Nov 2018 22:29:22 +0000 http://www.mantiuoti.it/?p=1489 gaglioflazz

Mangiato che ho, ritorno nell’hosteria: quivi è l’hoste, per l’ordinario, un beccaio, un mugnaio, dua fornaciai. Con questi io m’ingaglioffo per tutto dí giuocando a cricca, a trich-trach, e poi dove nascono mille contese e infiniti dispetti di parole iniuriose; e il più delle volte si combatte un quattrino, e siamo sentiti non di manco gridare da San Casciano”. N. Machiavelli.

Gli ambienti universitari formano sempre meno una élite capace di gettare luce sulla strada giusta da seguire per l’uomo comune. Sono più simili a una corte d’altri tempi, vendono risultati di ricerca a dei finanziatori. Molta autocensura, molti format replicati per far piacere al potere chiede a persone impegnate nel servizio pubblico di gestirlo come se si trattasse di una organizzazione privata. In maniera particolare formano quei mediocri che tornano a Sud per diventare i notabili del paese, della provincia e della regione.

Una Calabria senza futuro perché negli anni è stata gestita, governata e spesso depredata da mediocri. Individui che non hanno nemmeno gli strumenti per pensare al futuro, al progetto, allo sviluppo, intenti come sono ad arraffare tutto e subito. Anche quello che sto per scrivere verrà criticato da questi signori servi dei loro finanziatori ma vado avanti considerando i loro starnazzi noiosi rumori di fondo amplificati dai loro portavoce. Qui, per chi volesse veramente capire di ciò che vado dicendo, il discorso, la tematica, si ampliano a dismisura e nessuna parte resta fuori da quello che, ad un certo punto, diventa una sorta di risiko gestito a tavolino. Ora, a parte l’ignominia e l’infamità derivate dal comportamento di alcuni gaglioffi travestiti da perbenisti a spasso per la strada principale del paese con fascia o senza e della quale abbiamo trattato più volte in passato, gli amanti della bizzarria hanno svenato e sfinito questa cittadina. Il resto lo ha fatto un apparato burocratico labirintico composto di forze che si controllano e si “respingono”, si fa per dire, a vicenda.  Spesso hanno usato la tattica del deviante, vecchia quanto il mondo; spostare l’attenzione da una cosa creandone, più o meno ad arte, un’altra; buttarla in rissa quando la sconfitta sul campo si avvicina è uno dei comandamenti del manuale di questi gaglioffi.  Se si prova a chiedere in giro cosa sa di “Why not”; vi risponderanno quasi tutti che si tratta di un vecchio film o il coro di qualche squadra inglese. Oppure che si è trattato di un’indagine per la quale due Procure della Repubblica hanno litigato. Punto. Niente di più.

Ennio Flaiano, famoso scrittore romano, era ottimista quando diceva che la linea più breve fra due punti da noi è l’arabesco. Dimenticava o non vedeva che molte di queste linee convolute non arrivano mai al punto B: disegnano un arabesco che non porta da nessuna parte e quello diventa il ritratto esatto di questa Calabria e di Amantea, questa sua cittadina. Se non si riuscirà a capire almeno questo, resteremo per sempre prigionieri dentro il labirinto inconcludente del nostro arabesco meridionale, schiavi di quei notabili mediocri che mandiamo in giro fra gli scarni del parlamento nazionale e di quelli del parlamento europeo.  Mediocri a spacciare i loro sacchetti di peperoncino al posto del Viagra dentro gli ingranaggi della macchina del Potere.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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CUCCAGNOPOLI http://www.mantiuoti.it/cuccagnopoli/ http://www.mantiuoti.it/cuccagnopoli/#comments Sun, 28 Oct 2018 18:56:07 +0000 http://www.mantiuoti.it/?p=1484 Calgary 28 Oct. 2018

cuccagnopoli

Non è semplice avere a che fare con una Amministrazione pubblica disturbata mentalmente. Spesso le persone malate tendono a isolarsi, si chiudono in un mondo tutto loro di cui non conosciamo né logiche né regole. Così è per i piccoli politici amanteani, i pubblicitari, i manipolatori, i quali hanno imparato che parlare con un’intonazione e un ritmo flebile, artatamente pacato, come se ci si rivolgesse a un bambino piccolo o a un debole mentale con difficoltà di comprensione, induca uno stato di suggestionabilità regressiva. Basta osservare la maggior parte della pubblicità a cui noi tutti siamo esposti: vengono usati discorsi, argomenti, personaggi e una comunicazione verbale con un’intonazione particolarmente infantile. Questo perché a livello psicologico, rivolgersi agli altri come se essi avessero meno di 9-10 anni, attiva uno stato regressivo e rassicurante, che inibisce le facoltà di analisi, valutazione e decisione, in cui il senso critico viene sabotato, inducendo nell’interlocutore una risposta accomodante, arrendevole, compiacente, accondiscendente, una risposta a cui è stata tolta la libertà! Quelli della Junta comunale di Amantea, forte dei suggerimenti del loro capo spirituale, hanno capito che, per far accettare una regola inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per anni consecutivi. In questo modo vengono imposti vincoli, regole e “sacrifici” che se venissero proposti e conosciuti dall’inizio, farebbero scappare chiunque. …invece, dopo un approccio estremamente accogliente, rassicurante e lassista, con coloro che hanno conflitti col potere, e rigido, con coloro che vengono rassicurati dal controllo e dalle limitazioni della propria libertà, piano piano, man mano che si è conquistata la fiducia degli adepti, si possono introdurre tutte quelle condizioni che alla fine determinano una sudditanza psicologica sufficiente a mantenerlo vincolato e disposto a (quasi) qualsiasi sacrificio per il maestro, per il gruppo o per “la causa”. E’, infatti, più facilmente accettabile un sacrificio differito al futuro piuttosto che uno richiesto immediatamente, sia perché immediatamente non viene richiesto alcuno sforzo, sia perché, in generale, la massa tende superficialmente a sperare che “domani le cose andranno meglio ” e che forse il sacrificio richiesto non sarà più necessario.  L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione dei cittadini dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dai potenti “politici” ed economici, attraverso la tecnica del diluvio o catastrofi o di intrattenimento giocoso di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. Ed ecco le parate carnevalesche che coinvolgono i cittadini, come quella che attualmente si svolge in occasione della Fiera dei Morti.  La ripetizione continua, ridondante, effettuata da fonti diverse, con mezzi diversi, (gli Sparaballe o le macchine mandate in giro per la città ad annunciare la lieta novella) farà in modo che la gente reputi vero anche l’impossibile e ritenga falso anche ciò che ha sotto gli occhi da anni. «Si può creare l’influenza voluta in masse di persone per mezzo di messaggi ripetuti centinaia di volte», diceva Edward Louis Bernays, autore di “Propaganda” e nipote di Freud. In questo modo la confusione e la falsificazione della realtà domineranno.  In parole povere, la sua convinzione era che una manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse, svolge un ruolo importante in una società democratica. Nasceva così il concetto – caro appunto alla propaganda in chiave politica – secondo cui chi è in grado di padroneggiare questo dispositivo sociale può costituire un potere invisibile capace di dirigere una nazione

Le masse, le folle, il popolo… chi studia questi fenomeni sa anche come manipolarli e se poi questa conoscenza cade in mano alla politica, la manipolazione psicologica sociale diventa di fondamentale importanza per distrarre l’opinione pubblica dai veri problemi che affliggono il paese, e anzi vengono indirizzati vero obiettivi più banali, obiettivi che i cittadini riescono a metabolizzare meglio. Nel 1933 il nazista Joseph Goebbels rivelò a un giornalista americano che lo stava intervistando, come il libro “Crystallizing Public Opinion” che Bernays aveva pubblicato nel 1923 fosse stato utilizzato per le campagne politiche dei nazional-socialisti.

Buona Fiera dei Morti da

Gigino A Pellegrini & G el Tarik  in trasferta nel Far West.

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IL TEMPO VOLA? http://www.mantiuoti.it/il-tempo-vola/ http://www.mantiuoti.it/il-tempo-vola/#comments Sun, 28 Oct 2018 11:38:03 +0000 http://www.mantiuoti.it/?p=1481 Calgary 28 0ct 2018

tempovola

E ‘una cosa bizzarra osservare vecchie foto. È come guardare attraverso una finestra nella memoria del passato. Ricordando come mi vestivo, chi erano i miei amici, le ragazze che mi piacevano, come mi sentivo e ciò che era importante per me in quel momento. Ho evitato guardare indietro per un bel po’ perché ero convinto che ciò mi avrebbe messo in uno strano stato d’animo e talvolta mi avrebbe reso un po’ triste per ciò che avevo perso. Io in realtà mi divertivo un bel po’, ridevo poco, ma mi sentivo sereno nel cuore. È strano come, tanti ricordi e le emozioni di una foto possono turbare lo scorrere del tempo di una persona.

Guardando delle foto – soprattutto quelle scattate durante la mia adolescenza mi riempie sempre con un mix di gioia e di tristezza per quello che sapevo che stesse arrivando e che cosa stavo attraversando in quei momenti. L’adolescenza è stata piuttosto dura con me, quindi sapevo cosa sarebbe successo e che non sarebbe stato solo cioccolato e farfalle. Ero cosciente di essere un ragazzo forte. E alla fine, ne sarei uscito irrobustito.

Da giovane quasi adulto, rimasi completamente devastato quando mia nonna materna morì. Lei, per me, era immortale. Non avrei mai pensato di perderla, ma l’ho persa. Questo mi ha straziato il cuore in tale modo che semplicemente non riuscirei mai a descriverlo senza imbrattare 20 pagine o più. Ma, riguardando nello specchietto retrovisore, riesco ancora a vedere, anche se in modo sfocato, il breve tempo trascorso insieme a Lei quando ancora non c’era nessun altro a interferire.

Quindi, sì può essere nostalgici del passato, solo se i nostri ricordi pendono nella giusta direzione. Quando è stata l’ultima volta che ho annusato una rosa? Quando è stata l’ultima volta che mi son seduto in un parco, o su una spiaggia, e ammirare ciò che mi circondava? Non saprei rispondere sinceramente.

A un certo punto ho deciso di collocare la mia città natale nello specchio di uno scompartimento di seconda classe di un treno che correva verso nord. La gente pensava che ero fuori di testa quando ho detto loro che stavo preparando la valigia per mettermi in cammino verso il Canada occidentale, casa del Grande Blake e delle Giubbe Rosse. I miei amici non potevano crederci e in alcuni momenti, neanche io riuscivo a farlo. Ma, mettendo in un angolo della mia mente la paura, con la mia valigia, un rasoio elettrico, per quando la barba sarebbe cresciuta, sono partito.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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IL SISTEMA ESIGE LA MEDIOCRITA’, NON LA GRANDEZZA. http://www.mantiuoti.it/il-sistema-esige-la-mediocrita-non-la-grandezza/ http://www.mantiuoti.it/il-sistema-esige-la-mediocrita-non-la-grandezza/#comments Mon, 08 Oct 2018 20:50:48 +0000 http://www.mantiuoti.it/?p=1477 Beaumont sur Mer 28 settembre 2018

mednotgran

La mediocrità di cui vorrei parlare qui di seguito non ha niente a che fare con l’aurea mediocritas cantata ed esaltata dal poeta Orazio, il quale con questa espressione intendeva riferirsi alla capacità di tenersi lontani dagli estremi e dagli eccessi e quindi in definitiva ad un principio di saggezza e ragionevolezza. La mediocrità a cui si fa riferimento in questo breve scritto è quella di cui parla il sociologo canadese Alain Deneault nel suo recente libro “La mediocratie” nel quale prende di mira  il conformismo acritico dominante in tutto il mondo, il riferirsi della stragrande maggioranza della popolazione mondiale a modi e stili standardizzati di pensare e di agire, a parametri di giudizio e a canoni di comportamento definiti e determinati sulla base di ciò che “mediamente” viene ritenuto accettabile e praticabile, e più esattamente sulla base di criteri opportunistici o di convenienza che consigliano di non entrare in rotta di collisione con il vigente ordine economico e sociale, per cui una cultura sempre più uniforme e standardizzata, l’assunzione della “media” o di ciò che vale mediamente come norma o regola predominante, la sostanziale accettazione del “mercato” e dei suoi spesso infimi epifenomeni culturali oltre che delle sue “leggi” economiche, non possono che generare “mediocrità” fino al punto di consegnare il mondo al potere di una moltitudine di “mediocri”.

Amantea, meritava una giunta mediocre con a capo un sindaco mediocre, che voleva elaborare un progetto comune, capace di risollevare la città dal baratro in cui è sprofondata in questi ultimi decenni. Occorrevano donne ed uomini forti e capaci, che conoscevano i problemi della Città e che erano riconosciuti dai concittadini. Questa giunta andava in giro a dire ai quattro cantoni  che bisognava dire basta a quelli che l’aveva preceduta  logorati dalla propria inettitudine politica ed incapacità amministrativa. Avevano indossato gli abiti degli onesti, i meritevoli, i capaci. Andavano diffondendo tramite il loro Sparaballe che Amantea aveva bisogno di donne ed uomini volenterosi ed appassionati per mandare a casa quegli inquietanti personaggi che non solo avevano distrutto la Città ma che avevano addirittura la faccia tosta di riproporsi all’elettorato immaginando che gli Amanteani avessero la memoria corta, come di fatto hanno. Gli uomini e le donne di questa giunta si sono presentati come la nuova classe dirigente, che si sarebbe operata a favore dei disagiati, dei senza casa e senza lavoro, delle famiglie povere. Avevano individuato i “percorsi” e i progetti che avrebbero consentito ad Amantea di ritrovare il suo antico e nobile ruolo di “guida”, facendo sentire la propria autorevole voce alla Regione Calabria ed a Roma, per dare un futuro certo e dignitoso ai propri figli. Per far questo i mediocrati al potere della città  avevano bisogno del concorso di tutti quelli che erano stanchi delle malefatte amministrative precedenti e avevano a cuore la nostra bellissima ed amata Città”. Una delle prime cose che i “nuovi” mediocrati misero in atto dopo le elezioni fu quella di allontanare dalla politica chiunque stava loro sulle scatole, preparando il terreno a un consiglio comunale dove cominciarono a regnare gli incompetenti. Ciò che, in questo regolamento comunale si vede solamente è un altro atto della commedia della mediocrità che protegge sé stessa. E’ vero, non è simpatico quello che sto dicendo. Ma io tra la simpatia e la sincerità, se devo scegliere, scelgo la seconda.  L’essere parziali, l’essere omissivi, l’essere generici e sfuggenti, l’essere realisticamente prudenti nel non pestare i piedi a chi conta e può influire anche sul nostro destino, il mostrarsi al contrario distanti scostanti e sprezzanti rispetto a persone “esplosive” ma marginali, a “teste calde” non sprovviste di capacità e mezzi per minacciare gli establishments costituiti, per alterare determinati equilibri politici e culturali, per contribuire ad invertire radicalmente taluni processi di partecipazione alla ricerca scientifica e culturale, di acquisizione e distribuzione del sapere oltre che del potere e della ricchezza: questo è l’identikit del perfetto mediocre intelligente, preparato, competente, funzionale alla conservazione di una società, mediocre per l’appunto, in cui la sua condizione sociale e il suo prestigio professionale siano insidiati il più debolmente possibile. Il mediocrate è uno bravo che però sta  al gioco, può anche avere i vezzi del genio purché sostanzialmente non si allontani mai troppo da quello che, nei vari ambiti dell’esistenza e di un certo periodo storico, viene considerato come il “politicamente corretto”. Che significa questo? Significa che egli, sia pure in forme discrete o nascoste, dovrà accettare piccoli o grandi compromessi utili al perseguimento di obiettivi a breve termine, dovrà sottomettersi a regole odiose e sottaciute come quella di chiudere gli occhi e tacere di fronte a tante ingiustizie visibili e reali o di esprimere giudizi completamente inattendibili per motivi che nulla hanno a che fare con quella che dovrebbe essere il principale distintivo dell’intellettuale in genere, ovvero la sua onestà intellettuale, o ancora come quella per cui si tenda a promuovere in senso lato non ciò che ha a che fare con una reale produttività e con il merito ma solo con ciò che può essere utile e conveniente per se stessi e per il proprio gruppo di riferimento. Lo abbiamo sempre saputo: siamo mediocri. Una città mediocre. Tempo di scandali? Corruzione? Macché! Per noi solo robetta di quart’ordine. Ci dobbiamo accontentare dei ravvedimenti operosi del sindaco. Abbiamo pagato la Tarsu in ritardo, da buoni Calabresi. Il Comune di Amantea è diventato autoreferenziale. Sembra una barca sfasciata, che fa acqua da tutte le parti. Probabilmente stanno cercando maldestramente di aggiustarla, ma non riescono neanche a farcelo sapere. C’è una qualche politica sociale? L’assistenza è stata ridotta? E i progetti di sviluppo dove sono? Qualche politica di indirizzo si intravede? Abbiamo accordi sensati con privati che vogliano investire? E uno straccio di discussione pubblica su questo la vedremo mai?

Il Sindaco di Amantea mi ricorda Giampiero Ventura:  un allenatore mediocre. Lo era anche prima di essere ingaggiato come c.t. della Nazionale azzurra. Ha continuato ad esserlo ancora di più dopo quella esperienza. Prima, a parte Pisa, Torino e forse Bari, non si ricordano grandi performance in panchina del mediocre Ventura. Nella sua carriera come allenatore ha vinto solo due campionati interregionali con Empoli e Pistoiese e un campionato di serie C1 con il Lecce. Una vita sportiva da mediocre. Il mediocre Tavecchio ha affidato al mediocre Ventura la guida della Nazionale italiana e la mediocrità al potere porta solo a brutti risultati. E molte volte gli insuccessi dei mediocri vengono giustificati con degli scaricabarile.

Giacomo Leopardi, nei suoi “Pensieri”, scrive “prendete una persona di vero valore e una di valore falso in qualsiasi ambito e vedrete che la seconda è sempre più fortunata della prima”.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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IL MEDIOCRATE http://www.mantiuoti.it/il-mediocrate/ http://www.mantiuoti.it/il-mediocrate/#comments Thu, 27 Sep 2018 13:14:16 +0000 http://www.mantiuoti.it/?p=1473 Beaumont sur mer 24 settembre 2018

mediocrat

Una “rivoluzione narcotizzante” si è compiuta silenziosamente sotto i nostri occhi ma noi non ce ne siamo quasi accorti: la “mediocrazia” ci ha travolti. I mediocri sono entrati nella stanza dei bottoni e ci spingono a essere come loro, un po’ come gli alieni del film di Don Siegel “L’invasione degli ultracorpi”.

Nel lavoro “devitalizzato” il mediocrate individua la capacità fondamentale nel fare propria con naturalezza l’espressione: alti standard di qualità nella governance nel rispetto dei valori di eccellenza. E, in ogni ambito, rileva certi tic verbali come «stare al gioco», «sapersi vendere», «essere imprenditori di se stessi». Insomma, è vero, non c’è stata nessuna presa della Bastiglia ma l’assalto è avvenuto: i mediocri hanno preso il potere.

Il mondo è governato dai mediocri. Sarà che è un assunto non difficile da sperimentare – e anche consolatorio per spiegarsi certi successi o insuccessi ugualmente distanti dalle vette del genio e dagli abissi dell’indegnità – verrebbe da dire che la caratteristica principale della mediocrità sia il conformismo, un po’ come per il piccolo borghese Marcello Clerici, protagonista del romanzo di Alberto Moravia, “Il conformista”.

Comportamenti che servono a sottolineare l’appartenenza a un contesto che lascia ai più forti il grande potere decisionale. Alla fin fine, si tratta di atteggiamenti che tendono a generare istituzioni corrotte. E la corruzione arriva al suo culmine quando gli individui che la praticano non si accorgono più di esserlo. Essere mediocri non vuol dire essere incapaci. Anzi, è vero il contrario. Il sistema incoraggia l’ascesa di individui mediamente competenti a discapito di competenti eccellenti e degli incompetenti. Questi ultimi per ovvi motivi (sono scarsi), i primi perché rischiano di mettere in discussione il sistema e le sue convenzioni. Ma comunque, il mediocre deve essere un esperto. Deve avere una competenza utile ma che non rimetta in discussione i fondamenti ideologici del sistema. Lo spirito critico deve essere limitato e ristretto all’interno di specifici confini perché se così non fosse potrebbe rappresentare un pericolo. Il mediocre, insomma deve «giocare il gioco».

Se la dittatura può essere definita psicotica, la mediocrazia è perversa. Psicotica perché la dittatura non ha alcun dubbio su chi deve decidere. Hitler, Mussolini, Tito sono stati tutti personaggi iper-visibili, affascinanti, che schiacciano con le loro parole; la mediocrazia è perversa perché cerca di dissolvere l’autorità nelle persone facendo in modo che la interiorizzino e si comportino come fosse una volontà loro.

Giocare il gioco vuol dire accettare i comportamenti informali, piccoli compromessi che servono a raggiungere obiettivi di breve termine, significa sottomettersi a regole sottaciute, spesso chiudendo gli occhi. Giocare il gioco vuol dire acconsentire a non citare un determinato nome in un rapporto, a essere generici su uno specifico aspetto, a non menzionarne altri. Si tratta, in definitiva, di attuare dei comportamenti che non sono obbligatori ma che marcano un rapporto di lealtà verso qualcuno o verso una rete o una specifica cordata.
È in questo modo che si saldano le relazioni informali, che si fornisce la prova di essere “affidabili”, di collocarsi sempre su quella linea mediana che non genera rischi destabilizzanti. Piegarsi in maniera ossequiosa a delle regole stabilite al solo fine di un posizionamento sullo scacchiere sociale è l’obiettivo del mediocre.
I mediocrati chiedono a persone impegnate nel servizio pubblico di gestirlo come se fosse  una organizzazione privata, così si trovano in conflitto perché avevano un’etica diversa; chiedono a ingegneri di progettare oggetti che si rompano in maniera deliberata perché vengano sostituiti, chiede ai medici di diagnosticare malattie che potrebbero diventare davvero pericolose a 130 anni… Senza parlare della manipolazione dei consumatori da parte del mercato.

“Un uomo medio è un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, razzista, schiavista,qualunquista.”
(Pier Paolo Pasolini)

Le nostre scuole sono strutturate sulla mediocrità medio – bassa. I programmi sono fatti, si direbbe, per babbei. Nelle classi sono stati introdotti gli handicappati. Nessuno vuole discriminarli, ma messi in classi differenziali starebbero meglio loro e decisamente meglio i loro compagni: la scuola serve per studiare, non per agonismo sociale.

Ma così come esistono, o dovrebbero esistere, le classi differenziali per i meno dotati, se non in Occidente almeno nel resto del mondo sicuramente, così dovrebbero esistere classi differenziate per ragazzi con intelligenza e voglia di applicarsi sopra la norma. L’esempio cinese è evidente ed altrettanto lo sono i risultati. Gli studenti migliori sono messi in apposite classi e le eccellenze in collegi regionali.
Ma tutto questo potrà avverarsi in Occidente solo quando questa piatta società mediocre fatta da mediocri che vogliono restare mediocri, ove tutto è un immenso modulo burocratico non compilabile, bene, questa società scompaia nel nulla da cui proviene.

Ecco come La Treccani definisce la mediocrità: “Condizione media; stato di ciò che è o si tiene ugualmente distante dai due limiti estremi …. spesso riferita, con allusione al sign. seguente, a chi si ritiene presuntuosamente pago della propria mediocrità morale e spirituale …. persona d’ingegno e di capacità mediocri, soprattutto con riferimento a chi si dedichi ad attività che per sé stesse richiederebbero doti non comuni d’ingegno e d’intelligenza: essere una mediocrità.”

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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IL BENE …. http://www.mantiuoti.it/il-bene/ http://www.mantiuoti.it/il-bene/#comments Fri, 24 Aug 2018 13:05:28 +0000 http://www.mantiuoti.it/?p=1469 Roma 24 agosto 2018

ilben

Un giorno, mi sono posto una domanda: “Se fossi sindaco, quali sarebbero le priorità del mio programma? Partirei da una convinzione di fondo: il Sindaco e i suoi più stretti collaboratori dovrebbero essere anzitutto i rappresentanti, i tutori, i fautori del bene comune. Già pensare a questo fa venire un po’ i brividi. Il Bene Comune comporterebbe la consapevolezza che si tratta di un bene che riguarda ogni cittadino, inteso in quanto persona come soggetto di diritti; e dal fatto che naturalmente è soggetto anche di doveri deriva che il bene si fa comune perché ogni cittadino fa parte di una comunità, la quale appunto è un insieme, si spera armonico, di diritti e di doveri. In sintesi, il bene comune dovrebbe riguardare il bene della comunità, che è composta di soggetti con diritti e doveri. Il bene comune non riguarda solo i diritti e i doveri dei cittadini, ma anche e anzitutto il contesto ambientale. Qui un sindaco dovrebbe avere convinzioni chiare e coraggiose. Non dovrebbe scendere a compromessi. Non dovrebbe assolutamente mettere il contesto ambientale al servizio di un vantaggio economico, con l’assurdo o il grottesco che con i proventi di uno scempio ambientale potrebbe costruire servizi ai cittadini: strade, scuole, fognature ecc. Assurdo, grottesco! Il bene comune dovrebbe essere anzitutto il rispetto dell’ambiente, perché l’ambiente è la prima casa di ogni cittadino. Trovo paradossale che un’amministrazione comunale ponga il contesto ambientale al servizio dei diritti fasulli dei cittadini. Forse sarebbe il caso che come Sindaco sentisse come primo dovere il bisogno o, meglio, l’urgenza di istituire scuole ecologiche, allo scopo di educare i cittadini, a partire dai più piccoli, al rispetto del contesto ambientale.  Se un Sindaco non lo capisce bisognerebbe farglielo capire con le buone o con le cattive. Non può scendere ad alcun compromesso! “E’ bello occuparsi del “bene comune” !Così si esprimeva il neo eletto sindaco di Amantea, subito dopo le elezioni.- Detto da Lui è senz’altro una boutade, una battuta di spirito, che però non fa ridere. Perché il Bene Comune che ha in testa il sindaco di Amantea non coincide con quello dei cittadini. Si sta veramente occupando, insieme alla sua junta” del Bene Comune, da conservare ed ampliare, perché esso si traduca nel “benessere” di tutti i cittadini? Ne dubito fortemente.

Carissimi Amministratori, il bene comune lo si deve prima amare, farlo proprio, lasciarlo palpitare dentro, farlo pulsare con i battiti del proprio cuore. Utopia? Certo, per i mestieranti. Ma dei mestieranti gli Amanteani dovrebbero farne a meno. Toglierli dalle liste elettorali. Bandirli da ogni campo educativo. E’ ora di smetterla di dire che sono parte necessaria di una società imperfetta. La società è imperfetta proprio perché permettiamo ai mestieranti di assumere incarichi che comportano grandi responsabilità nel campo degli ideali. Il bene comune va gestito da mani sicure, affidato alle coscienze prima che ai titolari di uffici burocratici. E non va assolutamente consegnato a gente che si prende gioco dei diritti dei cittadini per fare il proprio sporco interesse. Sarebbe bene ricordare al Sindaco di Amantea che il bene comune non ha partito, e non ha religione. Si inserisce in quei valori umani e sociali che fanno parte dell’Umanità. E l’Umanità non è soggetta a spartizioni di potere né politico né religioso. L’Umanità è un patrimonio di tutti, accessibile a tutti, prerogativa di tutti, purché ciascuno se ne senta responsabile, fortemente responsabile. Responsabile di essere Uomo o Donna: il sesso non conta, conta la dignità che è insita nell’essere “umano”. Il bene comune purtroppo, sia per lui che per quelli che lo hanno preceduto, è rimasto solo una parola di convenienza in occasione di programmi elettorali. Del bene comune ne è piena la bocca di politici mestieranti e degli imbonitori accalappia-allocchi. Né lui né la sua junta si sentono a disagio quando parlano di bene comune, e non tremano di paura al solo pensarci. Non capiscono che il bene comune è un bene così prezioso che non può essere “comune” nel senso peggiore del termine. Quando si parla di bene comune, lui e la sua giunta pensano: “Ecco: questo è nostro!”. Il bene comune dovrebbe essere l’amore totale al proprio paese, così totale che lo si dovrebbe dividere tutto per ciascuno degli abitanti. Non solo un pezzo per ciascuno, ma ogni pezzo dovrebbe far parte del tutto. Forse tutti noi Amanteani ci siamo distratti e non abbiamo notato come siano migliorate le condizioni di vita, come si sia riaccesa la speranza, come siano diminuite la disoccupazione e la precarietà, come tanti piccoli imprenditori abbiano chiuso le loro botteghe per andare a divertirsi.- Insomma, tutto va bene Madama la Marchesa.- Siamo abitanti di una cittadina, governata da persone di grande intelligenza politica, di grande generosità , di grande umanità, di grande saggezza e lungimiranza, di grande sobrietà ed umiltà !!.- Siamo veramente fortunati !! Evviva!

Gigino A. Pellegrini & G el Tarik

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