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  • PRIVI DI VERGOGNA

    West Far 27 dic 2017

    pdv

    ‘La vergogna di essere un umano, quale migliore ragione per scrivere?’ La vergogna è la causa migliore, o, almeno, una ragione per cui in questo momento non vedo motivo per non scrivere. Si tratta di una scrittura che ‘esiste solo quando si scoprono degli ‘umani’ che non conoscono il significato della parola vergogna. Certamente a stimolare questo breve scritto è stata la lettura su “Tirreno News” della lista degli Amanteani che concorrono a diventare “Governatore”. Senza di loro, questo articolo non avrebbe visto la luce ed avrei potuto continuare a parlare di cose belle come le gambe delle donne. Per questo, alcuni di loro, vanno ringraziati. Questo è il motivo per cui la vergogna è una condizione ideale per chi scrive, per il tipo di scrittura di cui parla il filosofo francese Gilles Deleuze nei suoi dialoghi, nonostante il fatto che lo stesso veda la scrittura come il tentativo di evitare la vergogna. La vergogna è una realtà della vita umana. In molte società e culture viene utilizzata per gestire l’interazione sociale umana. In altre, viene nascosta: “corretta” nei programmi di auto-aiuto e negata dai governi che sono cauti nel chiedere scusa per gli errori del passato. La vergogna è molto importante in questo momento: per discussioni e dibattiti su come affrontare un passato recente che potremmo definire vergognoso e per visioni di vita limitate dall’idea che ci sia qualcosa di intrinsecamente sbagliato nella sensazione di vergogna.
    …… In un passo molto intenso dello straordinario Abbecedario, Gilles Deleuze richiama Primo Levi per proporre il concetto della “vergogna di essere uomini”, come centro generatore della resistenza e della creazione. Che cosa significa resistere, perché abbiamo bisogno di resistere e a che cosa? In primo luogo resistiamo alle opinioni correnti, alle bestie, alla menzogna dominante, all’oppressione.  Dopo tutto, la gente ammette liberamente altri sentimenti negativi, come la rabbia, che può portare alla violenza. In confronto, è molto più probabile che ammettere la vergogna stimoli la considerazione del motivo per cui uno si vergogna. La vergogna, è stato sostenuto, può comportare l’autovalutazione e la trasformazione. Prendere in considerazione la vergogna non significa sguazzare nell’autocommiserazione o nel risentimento che accompagna il senso di colpa. Si tratta di riconoscere che la riduzione di interesse che suscita vergogna è sempre incompleta. Come tale, la vergogna promette un ritorno di interesse, gioia, e connessione. Questo è il motivo per cui la vergogna è importante per gli individui. Tutto questo, ovviamente, non rientra nel profondo pensiero di alcuni della sopracitata lista. Avere coscienza della propria vergogna sarebbe troppo da chiedere ad alcuni di essi che durante tutta la loro miserevole vita si saranno detto: Perché essere onesto e provare vergogna, in un mondo come quello in cui viviamo? La vergogna per questi signori non si presenta come un senso sgradevole di nudità, di trasparenza. Quando si prova vergogna si ha la percezione di essere stati scoperti e di conseguenza si vorrebbe diventare invisibili, sparendo per sempre dagli sguardi altrui. Certamente non è il caso dei sopracitati “signori” ai quali andrebbe ricordato che, a volte, i romani legavano il malfattore, privo dell’emozione di vergogna, al palo, nel qual caso esso poteva sopravvivere per diversi giorni prima che la sua resistenza fisica fosse fiaccata dalle sofferenze, dalla sete, dalla fame e dall’esposizione al sole.  Non si prova l’emozione della vergogna se non quando si confrontano le proprie azioni con dei valori e modelli di comportamento, personali o altrui: più si è capaci di concentrare l’attenzione sul proprio comportamento, di giudicarlo in base a specifici parametri, più si accresce la possibilità di percepire l’emozione della vergogna. Sarebbe sicuramente chiedere troppo a lor signori!

    Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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