Roma 22 Agosto 2018
Lo scrittore Robert Musil scriveva: “Se la stupidità non somigliasse così tanto al progresso, al talento, alla speranza o al miglioramento, nessuno vorrebbe essere stupido”. Esistono mediocri di talento. Un tecnico delle luci di una tv commerciale può essere bravo e dedito quanto uno del teatro Piccolo di Milano. Anzi, spesso serve ancor più impegno, dedizione. La Mediocrazia riconosce alcuni meriti, ma solo alcuni.
Tantissimi anni fa, un filosofo visigoto scriveva che la liberal-democrazia sarebbe arrivata all’assurdo rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci. Sarà la punizione del suo principio astratto dell’Uguaglianza, che dispenserà l’ignorante di istruirsi, l’imbecille di giudicarsi, il bambino di essere uomo e il delinquente di correggersi.
Il diritto pubblico fondato sulla cosiddetta uguaglianza andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze. Per tale ragione non riconoscerà la Disuguaglianza di Valore, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: raggiungerà l’apice nel trionfo della feccia e dell’appiattimento. L’adorazione delle apparenze si pagherà.
Una «rivoluzione anestetizzante» si è compiuta silenziosamente sotto i nostri occhi ma noi non ce ne siamo quasi accorti: la “mediocrazia” ci ha travolti. I mediocri sono entrati nella stanza dei bottoni e ci spingono a essere come loro, un po’ come gli alieni del film di Don Siegel “L’invasione degli ultracorpi”.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
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