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  • DA MARIA A MARIA

    Beaumont sur Mer 16 maggio 2017

    damaramar

    Tornando nel mio paesello d’origine ho riscoperto alcuni aspetti che definirei “tribali,”: “la mia gente contro il tuo popolo”. Chiamatela lotta di classe, la xenofobia, il nazionalismo o qualsiasi altra cosa, il punto è che la maggior parte di noi si identifica con un gruppo o un altro e quasi ogni gruppo significativo ha alleanze o inimicizie con altri gruppi. In questo contesto si è sviluppata l’idea di democrazia. (Siete pregati di non ridere). Volendo, si potrebbe partire, accademicamente, dal pensiero del sofista greco Protagora (V secolo avanti Cristo), sostenitore di quella democrazia che appariva giusta all’intera città (la Polis), non soltanto a singoli cittadini, quella stessa democrazia che era stata data all’uomo niente di meno che da Zeus in persona. Il padre della sofistica, Protagora di Abdera, era fiducioso nel buon uso della tecnica politica da parte degli umani, quale dono della suprema divinità dell’Olimpo, per consentire loro di associarsi nel reciproco rispetto, praticando la giustizia. Prendo atto che questo mio scrivere, dai miei concittadini, viene quasi sempre interpretato come uno sciorinare conoscenza. Pur essendo essi lontani anni luce dal vero significato del mio essere come sono, non fanno altro che esaminare questo mio “atteggiamento” con gli strumenti giurassici che si ritrovano fino alle minacce e quant’altro. Non importa se questa terra, la Calabria, ha avuto una storia gloriosa sotto tutti i punti di vista. Oggi prendo atto che, sotto mentite spoglie ( il sistema cosiddetto democratico) siamo tornati a vivere tribalmente. In una democrazia, la mentalità tribale è molto pericolosa, perché farà votare alle prossime elezioni burla “per la propria squadra” invece di votare in base ai problemi della collettività. Ciò significa che chi guida “la tua squadra” può essere certo di avere il proprio voto e, invece di concentrarsi sui problemi collettivi, potrà continuare a occuparsi del proprio orticello. Un altro effetto collaterale della democrazia calata in un sistema tribale è che se lo Stato inizia a fornire un servizio o una remunerazione a qualcuno, cominciano a sentirsi legittimati. Quindi, se qualcuno cerca di smettere di fornirlo … beh, si sono fatti solo un gran numero di nemici mortali. Quando Margaret Thatcher tagliava i sussidi del carbone, per esempio, i minatori avvertirono che i loro posti di lavoro erano stati minacciati e diventarono nemici della Thatcher e del suo entourage. Come avrebbe scritto George Orwell: “Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario” che però serve a ben poco nel voler svegliare le coscienze: “ Quando si ha la pancia vuota non ci si pone altro problema che quello della pancia vuota. È quando ci lasciamo alle spalle lo sfruttamento e la dura fatica che cominciamo davvero a porci domande sul destino dell’uomo e sulle ragioni della sua esistenza”. Chiaramente gli Amanteani non sono neanche vicini a tale condizione. La democrazia ha anche portato con sé la delegazione del crimine governativo. In altre forme di governo, la classe dirigente è libera di fare e prendere tutto ciò che vogliono, anche se è contrario alle proprie leggi. In una democrazia, teoricamente, il governo potrebbe essere ritenuto responsabile dei suoi crimini; Oltre a ciò, gli elettori potrebbero ricordarsi alle prossime elezioni. Pertanto tollereranno piuttosto il crimine in grande misura, a condizione che ottengano la propria quota senza essere collegati ad esso. La criminalità organizzata è un prodotto della democrazia e la criminalità organizzata non sarebbe possibile senza il sostegno delle autorità! Mi sembra di vivere nel Paese dei lenti a capire, dove oltre il 50% degli elettori andrà a votare in Giugno un’armata Brancaleone, credendola in grado di risolvere problemi, e invece è formata da mezze calzette, così stupide che solo un pubblico di stupidi potrà credere ai loro lazzi e sberleffi da commedia dello sghignazzo. L’emerito prof. Carlo M. Cipolla scrive: “La Prima legge Fondamentale della stupidità umana asserisce senza ambiguità di sorte che: Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione”. Altrimenti gli uomini e le donne come potrebbero accettare di essere governati in questo modo e a questo prezzo? Una moltitudine di farabutti, impostori, ciarlatani, criminali arroccati al Comune si arrogheranno il diritto (attraverso la delega) d’impoverire interi pezzi di popolo a favore di un gruppetto di privilegiati ciarlatani che andrebbero destinati a un porcile. La stupidità! Ecco cosa necessita ad ogni potere e per questo viene promossa nelle scuole, nelle chiese, nelle fabbriche, nei partiti, nelle arti, nelle merci… ogni Amministrazione porta la pioggia acida nei cuori, la rivoluzione sociale il bel tempo e il ritorno delle lucciole fra maggio e giugno. Un Paese di ottusi non potrà finire troppo bene… chi alza troppo la voce o tossisce di traverso, verrà messo in moderne caverne a guardare la propria ombra… la paura genera paura e lo stato di soggezione riproduce una infinità di gnomi con l’inclinazione all’inginocchiatoio e alla confessione. La gran parte della cittadinanza non sa parlare di altro, non parla che della sua misera vita. Non riesce a intrecciare una conversazione perché il suo ventre perennemente vuoto svuota la testa. Il mondo non le interessa, non è mai sicura di contare sul prossimo pasto e così non sa pensare ad altro che al prossimo pasto.

    Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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