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  • LA COMMEDIA DEGLI ORRORI

    Beaumont sur Mer 4 giugno 2017

    comdiadegor

    Mi accorgo che nei miei precedenti scritti ho dimenticato di precisare chi siano gli abbietti a cui mi riferisco; è ridondante in quanto non dubito che essi siano facilmente identificabili da tutti in quei politici sciagurati parassiti che si esibiscono ogni giorno sul miserabile palcoscenico del teatrino della politica, rappresentato tristemente da uno squallido palchetto, ciechi e sordi nei confronti dei diritti degli interessi del popolo che sfruttano e taglieggiano! La potenza di tale organizzazione scellerata risiede nel loro potere economico e poi nel condizionare la piccola politica di questa cittadina tirrenica, nel senso che sono interlocutori per la politica nella misura in cui riescono a mantenere il controllo del consenso, cosa che deriva dalla grande capacità di essere presente nella realtà economica attraverso uomini di fiducia o addirittura attraverso veri e propri affiliati. Queste riflessione riguardano non solo questa città ma tutta la Calabria e forse l’intero territorio nazionale. Vorrei parlarvi di storie nascoste e talvolta bugiarde. Di grandi menzogne, comode come pantofole, che, stante il presente dissesto comunale, consente di fomentare nuovi e quanto mai preoccupanti forme di atteggiamenti violenti. Tra il resto della Penisola e il Sud. Tra sottoproletariato urbano e migranti. E via discriminando…Questo sarà il luogo in cui potremo discutere le drammatiche iniquità socio-economiche di cui questa città è vittima praticamente da quando il Mezzogiorno è diventato Sud. Uno scomodo risuonar di voci, talora dissonanti che nasce, come in un crocicchio di strade sterrate fiancheggiate da secolari muretti a secco, testimoni plurisecolari di storie antiche e moderne. E’ormai evidente come il peggior nemico di Amantea – malavitosi e ricattatori a parte – sia chi perpetua e consente lo sfruttamento quasi coloniale di questa bellissima terra, usata ora come discarica abusiva di rifiuti umani e tossici, ora come clientele e depositi di voti, nella quasi totale assenza di progettualità d’ampio respiro. Amministratori malvagi e senza un briciolo d’amore per la città, dunque, ma anche cittadini inerti. In sudditanza pressoché completa agli interessi economici di altri tessuti produttivi. Il vero nemico di questo territorio bagnato dalle sacre acque dell’Ulisse Mare è chi – ora nel nome del progresso, ora della crescita – alimenta lo sfruttamento scriteriato dei cittadini, succhiandone linfe vitali o assoggettandoli. Oltre all’errore-orrore di lasciarsi sedurre dalle sirene populiste di rapaci ladri di voti, che hanno sempre avuto gioco facile nell’erodere e sottrarre la sovranità a chi non ha mai saputo valorizzarla degnamente. In questo fragoroso silenzio di coscienze sopite che opprime o scoraggia i giovani. E non solo i giovani. Costretti a vincere resistenze occupazionali indicibili, accettare lavoretti capestro nelle cooperative, combattere i pregiudizi e l’abbandono. O, in estrema ratio, ad emigrare, quando l’energia del disgusto supera, finalmente, quella del desiderio di restare. Solo un meridionale consapevole può diventare un cittadino attivo e collaborare a una ripresa vera. Solo un meridionale che prenda coscienza del proprio passato e delle potenzialità del proprio territorio potrà evitare le oscene svendite del proprio patrimonio storico-culturale agli sciagurati acquirenti della dignità sottocosto di sudditi narcotizzati. Attingendo slancio ed energia da un tempio laico e sacro di esempi memorabili. I miserabili – Così funziona il Sud. Adotto questo titolo come omaggio a Victor Hugo.  I Miserabili, usciti dalla penna del grande Autore, sono le vittime del potere, le vittime dell’ingiustizia e della giustizia, le vittime di un mondo alla rovescia, ed è giusto ricordarli. Ci sono, è inutile negarlo, i buffoni e gli sfaccendati che si adattano a fare i miserabili piuttosto che darsi da fare a cambiare le cose, ma dire che tutti sono così sarebbe di una gravità estrema. E sarebbe persino un insulto verso chi è rimasto vittima di un sistema che, per l’avidità di chi ha pensato solo ad arricchire profittando di un sistema perverso, si trova ora doppiamente penalizzato solo perché stritolato nelle mire politiche di plutocrati senza scrupoli. Li rivedo tutti, come quando ero un ragazzino, silenziosi sotto il palchetto di Piazza Commercio, oggi come allora, speranzosi che qualcosa arrivi dall’alto a modificare le loro vite in questa valle di lacrime!

    Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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