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  • UN INESTINGUIBILE EMOZIONE E’ LA PEGGIOR PRIGIONE

    Beaumont sur Mer 20 sett 2017

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    Quando si assaggia qualcosa di insolito, in genere, non è amore a prima vista. Il suo aroma forte, o il suo sapore amaro o dolce non ci convincono, ci fanno storcere il naso. Quando sperimentiamo però gli effetti della novità tutto cambia. Se si tratta di caffeina è l’alcaloide presente nel caffè. La molecola della caffeina agisce provocando un aumento dei livelli di adrenalina e noradrenalina nell’organismo. Attraverso queste, ha un effetto tonico sulla funzionalità cardiaca e nervosa, un effetto stimolatorio sulla secrezione gastrica e su quella biliare, un effetto lipolitico ed un effetto anoressizzante. In parole povere: fornisce energie, facilita la digestione, favorisce il dimagrimento e diminuisce l’appetito. Gli effetti della caffeina la rendono quindi una sostanza assai desiderabile, che è entrata a far parte delle abitudini quotidiane di moltissime persone.
    “Ego nec sine te nec tecum vivere possum;” Questo scriveva Publio Ovidio Nasone, più semplicemente Ovidio, il celeberrimo poeta Romano nelle Sue Amores.
    “Lottano tra loro e tirano il mio debole cuore in opposte direzioni
    l’amore e l’odio ma (penso) vince l’amore.
    Ti odierò se potrò; altrimenti, ti amerò controvoglia:
    anche il toro non ama il giogo che porta, eppure porta il giogo che odia.
    Fuggo dalla tua infedeltà, ma mi riporta indietro la tua bellezza;
    detesto la tua condotta colpevole, ma amo il tuo corpo.
    Così non riesco a vivere nè con te nè senza di te,
    e mi sembra di non sapere che cosa voglio davvero.
    Vorrei che tu fossi meno bella o meno impudica:
    una bellezza così incantevole non si accorda con costumi corrotti.
    Le tue azioni meritano l’odio, il tuo bel viso induce all’amore:
    o me infelice, esso è più potente delle tue colpe!”
    La stupenda intuizione di Ovidio ripropone a distanza di secoli un rapporto a due caratterizzato dall’inabilità di far evolvere una relazione affettiva sana e contemporaneamente dall’ impossibilità di separarsi definitivamente. Si è costretti (alcuni di noi) ad assistere ad un vero e proprio “balletto” in cui le lontananze e riaccostamenti, a vari livelli, si susseguono di continuo senza che uno dei contendenti sia in grado di contemplare una decisione definitiva, come se le due opzioni, separarsi o stare insieme, fossero entrambe impossibili da realizzare. Naturalmente, ognuno avanza le proprie motivazioni per giustificare questo protrarsi della “danza”, attribuendo all’altro ogni responsabilità di quella dinamica, accusandolo di essere inadeguato nei comportamenti “io ho fatto così perché tu mi hai fatto questo”, insomma è un cane che si morde la coda senza fine, senza risultati, solo un vano sfogo di rabbia sterile ed estremamente frustrante. Almeno per uno dei due. Lo scambio di vedute, lungi dall’essere motivo di chiarimento, finiscono per consolidare in ognuno l’idea che non ci sia più nulla da fare, parlare è solamente fiato sprecato. In questo tempo l’attenzione verso l’altro non viene mai distolta, ognuno ha il suo sistema per informarsi sull’altro, che sia attraverso gli amici o i social network come Facebook. In uno dei due c’è la convinzione reale che tutto sia finito anche se con qualche piccolo dubbio. Si assiste a vere e proprie strategie, nelle quali le informazioni seguono direzioni diverse, da un lato si vuole sapere cosa fa l’amata, dall’altro si cerca il modo di istigarla attraverso l’invio di messaggi provocatori e/o ostili. Quello che diventa insopportabile per l’amante è ritrovarsi imprigionato in queste dinamiche.
    Ci si chiede come sia possibile accettare una condizione così frustrante?. Ma ciò che sembra irragionevole sul piano esistenziale trova la sua spiegazione in una serie di motivazioni reali ed altre più profonde ( forse inconsce). Su questo piano i due hanno strutturato una specie di alleanza che consente una sorta di vivibilità psicologica. Nelle relazioni d’amore tra esseri umani ,di qualunque genere essi siano, ci si incontra, estranei, con “aromi e sapori” non familiari, ci si inizia a conoscere, ci si interessa reciprocamente, ci si continua a conoscere, ci si continua ad interessare reciprocamente ci si continua a conoscere, ci si comincia a pensare anche quando non si è insieme, ci si comincia a desiderare anche quando non si è insieme, si cerca di colmare queste mancanze. È più o meno così l’iter di una relazione tra due persone che si innamorano. La reciprocità è alla base della complicità che scaturisce dall’innamoramento.
    L’innamoramento è proprio questo: un “meccanismo” che scatta in due esseri umani, che iniziano a pensarsi reciprocamente, a desiderarsi anche quando non sono insieme, ad entrare quindi l’uno nella vita dell’altro. E l’innamoramento, un po’ come la caffeina, ha degli effetti grandiosi sul nostro organismo: siamo pieni di energie, abbiamo meno appetito (ergo: dimagriamo), siamo più allegri, dormiamo meno (“farfalle nello stomaco” ed “occhiali rosa” appartengono a questa fase qua). Insomma, ci si ritrova in una fase di “ordinario trionfo maniacale”, così come definita dalla letteratura. In parole povere: vediamo l’altro in tre dimensioni, per quell* che è veramente. Ed è in quel momento che entra in campo la razionalità, fino a questo punto rimasta in secondo piano, e i due partner si trovano di fronte ad una scelta: l’immagine in 3D che vediamo ci piace, ci interessa ancora e vale la pena di provare a “sperimentarla” nella quotidianità (che nel frattempo si è necessariamente e fisiologicamente ristabilita) oppure no? È qui che vi è un bivio tra chiudere o aprire: è qui che si passa da innamoramento ad amore (o conclusione della relazione).

    Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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