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  • Che fare?

    cittadelsole

    Il Meridione, in generale, la Calabria non può farcela ad uscire da questa ormai atavica condizione, con un’imprenditoria che non ama e non fa cultura, che non apre alla società gli spazi dell’aggregazione civile e professionale: quanti nostri fisici, matematici, chimici, ingegneri, , architetti, informatici, designers, intellettuali, artisti e letterati, ecc. ecc., sono costretti ad emigrare se vogliono fare il loro mestiere ad un buon o massimo livello, ma finanche ad un livello decente? Dalla consapevolezza che questa Regione, priva com’è di personaggi culturalmente, moralmente e politicamente irreprensibili; scaturisce il bisogno, forse , di cominciare a trarre delle conclusioni di progettazione e lotta per il prossimo futuro. Innanzitutto sviluppare un’ attività arbitraria di conflitto sociale senza riproporre l’irrigidimento di vecchie formule cristallizzate. Una lucida capacità non solo teorica in grado di affrontare non solo tutte le contraddizioni sociali, ma superare la mummificata concezione del “partito” che la classe lavoratrice si vedeva e si vede ancora costretta a difendere per feticismo statutario o per puro attaccamento inconscio alla vecchia bandiera. Per non cadere nella trappola dell’omologazione bisogna avere la consapevolezza di non essere come gli “altri” e dunque agire con una libertà che non ha nessun rapporto con il diritto costituito. Se si riuscirà a elaborare un “partito” di comuni intenti, vivo, si avrà anche la capacità di inventare nuove forme di libertà con le masse, senza avere il bisogno di consultarsi con gli esperti dei protettori di “animali domestici” che inevitabilmente li ricondurrebbe alla collaborazione di classe (il voto) e rimettendoli al servizio dell’establishment. Rimanendo, così, nel mondo illusorio della propria indipendenza e autonomia, nella religiosa “speranza” che qualcosa cambierà come scriveva e cantava Luigi Tengo: “Quando la sera me ne torno a casa/
    Non ho neanche voglia di parlare/Tu non guardarmi con quella tenerezza/Come fossi un bambino/ che ritorna deluso/Si lo so che questa non è certo la vita/Che hai sognato un giorno per noi/
    Vedrai, vedrai/ Vedrai che cambierà/Forse non sarà domani/Ma un bel giorno cambierà/…….”

    Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik

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